Case Famiglia. Interrogazione alla Giunta Regionale. "Al primo posto la sicurezza e il benessere delle persone assistite".

Un nuovo episodio di cronaca, questa volta nel ravennate, riporta all’attenzione delle Istituzioni l’assoluta necessità di mettere in campo azioni di prevenzione, contrasto e repressione delle violenze perpetrate ai danni di soggetti fragili e indifesi quali bambini, anziani e portatori di handicap. Questa volta a fare le spese di intollerabili maltrattamenti sarebbero, secondo le indagini, gli anziani ospiti della casa-famiglia privata ‘Oscar e Patrizia’ di Sant’Alberto.
 
La frequenza di abusi e maltrattamenti su soggetti fragili porta alla luce la necessità di ripensare non solo alla modalità di vigilanza ma anche di selezione, formazione ed aggiornamento degli operatori. Ho ritenuto doveroso interrogare la Giunta per capire  quali siano le modalità e le competenze di vigilanza. È necessario approfondire anche quali provvedimenti siano allo studio da parte della Regione per garantire, insieme a tutti gli operatori interessati, modalità di selezione e formazione degli operatori e di sistemi di vigilanza più efficaci.
 
La normativa regionale prevede che le casa-residenza per anziani non autosufficienti siano soggette ad accreditamento. «Il servizio sociale associato dei Comuni di Ravenna, Cervia e Russi ha fornito il proprio supporto per assistere le persone presenti nella casa famiglia di Sant’Alberto, garantendone il ricovero in altre strutture. Si è però evidenziato come l’apertura di queste case-famiglia non necessiti di alcuna autorizzazione al funzionamento, cosa che complica enormemente la possibilità di svolgere adeguati e regolari controlli sull’attività di queste strutture. Il Comune di Ravenna si era dotato di un regolamento riguardante questa tipologia di strutture, sottoposto però a critiche per eccessiva restrittività ma che, in realtà, rappresentava un tentativo di mettere ordine in un ambito sottoposto ad una eccessiva liberalizzazione.
 
Ho ritenuto opportuno interrogare la Giunta anche sull’opportunità di costituirsi parte civile laddove le condotte emerse ledano non solo l’immagine della Regione, ma ancora prima i principi di dignità e rispetto della persona che sono alla base della nostra comunità regionale e nazionale. Inoltre mi chiedo se non ritenga opportuno interpellare il Governo per una modifica della normativa, che consenta lo sviluppo di strutture private di assistenza per anziani ma le sottoponga ad adeguate autorizzazioni e controlli, che garantiscano sicurezza e assistenza adeguate agli ospiti e condizioni di lavoro e formazione adeguate per i lavoratori di dette strutture. Ritengo infatti che sia giusto  favorire lo sviluppo di una imprenditoria sociale in questo settore, ma al primo posto devono essere garantiti la sicurezza e il benessere delle persone assistite.