25 Aprile 2016 a Novi di Modena. Bagnari: ”La Resistenza non è solo qualcosa che commemoriamo, è’ qualcosa che dobbiamo sentire e vivere quotidianamente”.

"La Resistenza è propedeutica alla Repubblica. Energia e volontà di risollevarsi e ricominciare sono patrimonio della nostra storia". Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha ricordato il 71° anniversario della Liberazione.

“Volontà di risollevarsi e ricominciare” e di affermare il primato della giustizia e del diritto .

Se pensiamo alla Resistenza in questi termini allora capiamo che la Resistenzaè un valore che deve guidarci e può illuminare le nostre comunità e il nostro cammino di persone anche oggi.

La Resistenza è, certo, quella di 70 anni fa, quella delle battaglie partigiane, in cui forze democratiche di culture diverse si ritrovarono fianco a fianco per liberare il nostro Paese e per fare nascerela Repubblica democratica: e questo ci dovrebbe fare capire e dovrebbe insegnarci molto anche oggi, nella vita politica odierna.

La Resistenza è quella della battaglia di Rovereto di 71 anni fa e di tante altre battaglie che, grazie allo sforzo al coraggio e al sacrificio di tante persone ci ha donato la libertà e la democrazia.

Atti in armi ma anche atti di “civili” con gesti eroici nella vita quotidiana. Penso anche a tante vicende che accaddero nella terra da cui provengo, la Bassa Romagna, ai rastrellamenti e alle stragi partigiane, come quella del “Palazzone” commemorata l’altro ieri con le scuole a Fusignano; ma penso anche a quello che accadde nella comunità di Cotignola, 4 dei cui cittadini sono stati insigniti del titolo di “giusti tra le nazioni”, impegnandosi e mettendo a repentaglio la propria vita e quella dei propri cari per dare rifugio e salvare la vita a famiglie ebree e a tanti sfollati. Ma la Resistenza non è solo qualcosa che commemoriamo. E’ qualcosa che dobbiamo sentire e vivere oggi. Su tanti fronti, proprio per onorare quel “dono” che ci è stato dato 71 anni fa.

La Resistenza è quella del contrasto alla mafia, anzi alle mafie, nelle sue diverse articolazioni, su cui la Regione Emilia-Romagna sta lavorando da tempo e con un impulso ancora maggiore nell’ultimo anno e mezzo. E’ quella resistenza e quella lotta per la legalità che ci deve fare dire, come in questi giorni di fronte alla vicenda del Comune di Brescello, che la lotta contro le mafie e per la legalità, che questa Regione sta portando avanti con forza e convinzione, non deve guardare in faccia a nessuno. Un nemico subdolo e strisciante, difficile a volte da individuare perché non indossa una divisa, ma proprio per questo in grado di insinuarsi in profondità nel tessuto economico.

Quello accaduto a Brescello è importante ricordarlo, è stato portato all'evidenza dei cittadini da una video inchiesta dell'associazione culturale antimafia di Reggio Emilia Cortocircuito, formata da giovani studenti universitari, nell'ambito di un progetto sostenuto dalla Regione Emilia-Romagna”.

Stiamo intervenendo, senza alcuna incertezza, anche sul terreno legislativo e per questo approveremo entro l'estate il Testo unico per la legalità, oltre a intensificare l'impegno per fare informazione, per la trasparenza amministrativa e per la partecipazione civica.

Come ha detto il Presidente Bonaccini: la mafia non va solo contrastata, ma va estirpata.

La Resistenza, oggi, ha altri volti, ancora. Ha il volto di chi non si piega all’illegalità ma anche di chi non si piega al terrore, al terrorismo: ricordando sempre che noi abbiamo il dovere di lottare insieme alle persone di altra cultura e di altra religione che non accettano la politica del terrore. E oltre all’uso della forza, anzi, forse ancora di più e forse meglio, noi praticheremo in maniera ancora più efficace questa lotta se sosterremo chi si oppone all’oscurantismo culturale, chi lotta per affermare un proprio diritto e può essere un esempio per tanti altri.

Penso a Nosheen, la giovane pakistana di Novi che voleva vivere "all'occidentale" e fuggire al matrimonio combinato. Nel 2010 fu picchiata mentre la madre veniva lapidata.

Lo scorso 21 dicembre il Prefetto di Modena ha consegnato alla 25enne il Decreto con cui il Capo dello Stato le ha conferitola Cittadinanzaitaliana per meriti speciali. Il Ministro dell’Interno, nell’annunciare la decisone del Consiglio dei Ministri, di riconoscere la naturalizzazione, si è detto “…onorato di avere come cittadina italiana una ragazza che ha resistito alla violenza con la fierezza di una donna che sa ribellarsi” ed ha sottolineato come la ragazza “…desiderava essere come noi, essere libera nella scelta del marito e nella scelta di amare. Ha resistito, è riuscita a sopravvivere“. E per questo oggi è una ragazza italiana.”

La Resistenza proprio come “Energia e volontà di risollevarsi” è quella che hanno attuato queste terre, questi paesi, il vostro Comune, Novi, fin dai primi minuti dopo le scosse di terremoto che colpirono la notte del 20 maggio e poi di nuovo la mattina del 29 maggio. E’ quella Resistenza che ha visto protagoniste anche le Istituzioni, con l’impegno e la fatica di fare andare avanti il processo di ricostruzione con l’attenzione e i controlli continui per evitare le infiltrazioni della malavita cercando però al contempo di introdurre meccanismi più semplici per la liquidazione dei contributi alle aziende danneggiate.

Per quanto riguarda le abitazioni, oggi sono 4.069 i cantieri conclusi (circa 13 mila le unità abitative) che hanno consentito a oltre 18 mila persone di rientrare a casa. Sul fronte delle imprese, supera il miliardo dei contributi concessi di cui 468 milioni liquidati.

Per quanto riguarda la sicurezza e l’adeguamento sismico dei capannoni ad uso produttivo, a breve uscirà un nuovo bando Inail che chiuderà il 30 giugno. La procedura di prenotazione svolta nel mese di marzo ha visto 2.046 imprese interessate per un totale di contributi di circa 500 milioni di euro.

Ora, anche grazie alla definizione di un perimetro più ristretto del “cratere” ci si potrà concentrare ulteriormente sui territori ancora impegnati su quote importanti di ricostruzione, in primo luogo privata, perché vogliamo che tutti i cittadini e le imprese tornino alla normalità. Ricordo questi dati senza alcun trionfalismo ma con la consapevolezza che c’è ancora un pezzo di strada importante da percorrere, per portare fino in fondo completamente la ricostruzione. A questi numeri, poi, dobbiamo associare chi si è speso e si sta spendendo con grande impegno per aiutare la propria gente e per favorire la ricostruzione: gli amministratori locali di queste zone che, stando vicino ai propri cittadini giorno per giorno, hanno assicurato che tutto procedesse per il meglio.

L’evento drammatico del sisma ha visto però anche sbocciare una solidarietà tra persone, tra territori, tra Comuni che si sono tesi la mano per aiutarsi concretamente e per dire “non siete soli” come è avvenuto con il Comune di Fusignano e con l’Unione dei Comuni della Bassa Romagna. Ed essere qui, oggi, dopo l’esperienza fatta come sindaco in quei territori e dopo avere cercato di dare, per quanto possibile, il nostro contributo anche di vicinanza a voi, mi riempie di orgoglio.

Il 25 aprile nella nostra terra, in Emilia-Romagna, e ancora di più qui, in queste zone, è un momento importante per celebrare proprio questa “Volontà di risollevarsi e ricominciare”.

Ed è per questo che i gesti vigliacchi come quelli degli ultimi giorni, come quello avvenuto nella notte tra il 20 e il 21 aprile quando sono state imbrattate le bandiere che ogni anno vengono affisse e che ricordano la Liberazione, ma anche l’attacco incendiario al negozio gestito da immigrati a Carpi e la svastica disegnata sull'asfalto sono tutti atti da respingere con determinazione e con forza. Abbiamo vissuto anche noi nelle nostre zone scene come queste che ho appena ricordato: cippi danneggiati, bandiere strappate, svastiche disegnate sui luoghi che ricordano le persone morte proprio a causa di quelle ideologie malate. Tutto questo, però, grazie all’impegno delle amministrazioni, delle associazioni, delle scuole, ha sempre avuto l’effetto contrario a quello sperato dai vigliacchi autori di questi gesti: cioè ha rinforzato la voglia di partecipazione, di rispetto reciproco, portando le persone in piazza, per le strade, a testimoniare che la voglia e l’amore per la democrazia sono più forti che mai.

Sono atti che ricordano quanto avveniva immediatamente prima dell’insediamento al potere del fascismo e ricordano anche il dopo, gli attacchi alle camere del lavoro, gli insulti e le intimidazioni a chi la pensava in maniera diversa o a chi apparteneva ad un’altra etnia o ad un’altra religione. Quello che invece dobbiamo fare è proprio avere rispetto di chi vuole vivere con noi, rispettando le leggi, dando il proprio contributo anche allo sviluppo del nostro territorio, respingendo invece gli estremismi, da qualunque parte provengano. Ma questo non è qualcosa che nasce dal nulla: è qualcosa che chiama alle proprie responsabilità ognuno di noi, ogni giorno, ma anche le istituzioni, fino all’Unione Europea che deve sostenere gli sforzi di un Paese, come l’Italia, in prima linea a gestire l’immigrazione  non solo per sé stesso ma in nome e anche nell’interesse dell’Europa.

Il 25 aprile, quindi, non è “lutto nazionale” come ha voluto scrivere vigliaccamente e provocatoriamente qualcuno, ma è il simbolo di tutte queste forme di resistenza, che sono quanto mai attuali, che abbiamo il dovere di mettere in atto, ogni giorno, con una fatica artigiana e partigiana , ricordando che lo spirito di Resistenza nelle nostre terre viene proprio da lì, dalla fatica quotidiana e dall’impegno nel lavoro: quella fatica e quell’impegno da cui nacquero anche i canti di resistenza, da cui nacque quel “bella ciao” che ancor prima di essere canto dei partigiani era il Bella Ciao delle Mondine, che sacrificavano il meglio della gioventù e la loro bellezza per vivere e per combattere ogni giorno la povertà con la dignità e il diritto al lavoro.

Parafrasando le parole di questi giorni di Papa Francesco: la Liberazionee la libertà non sono una app da scaricare, ma una costruzione complessa e paziente ma grandiosa.

Domenico Fazzari, il Presidente della cooperativa Valle del Marro, avamposto di Libera nella piana di Gioia Tauro, parlando dei ragazzi stranieri di Rosarno che oggi lavorano i frutteti confiscati alla 'ndrangheta ha detto: "loro hanno quello che manca a noi: una mentalità senza condizionamenti. Non hanno paura di nessuno perché pensano a quello che si sono lasciati alle spalle. E non sono cresciuti sentendosi ripetere che è bene farsi gli affari propri".

Bene. E’ proprio questo lo spirito che animò i partigiani: pensare a quello che bisogna lasciarsi alle spalle e a quello che bisogna conquistare per una vita e una società migliori; non pensare a “farsi gli affari propri” ma pensare a costruire qualcosa di migliore per tutti.

E’ lo spirito che celebriamo oggi e che deve accompagnarci nella vita di tutti i giorni per rendere libera e migliore la nostra terra.

Viva la Liberazione. Viva il 25 aprile.