La Banca regionale della Terra: uno strumento innovativo per i giovani, l’occupazione e la salvaguardia territoriale

Bagnari (PD): “Agricoltura in Emilia-Romagna significa qualità, economia e innovazione. Con l’istituzione della Banca Regionale della Terra realizziamo uno strumento nuovo che favorisce l’ingresso dei giovani in agricoltura e allo stesso tempo recupera la produzione agricola in terreni inutilizzati. Il tutto premiando progetti che mettano qualità delle coltivazioni, innovazione e sostenibilità come elementi prioritari”

“La Banca Regionale della Terra è un hub di scala regionale per raccogliere i terreni agricoli e agroforestali, le aziende agricole e i fabbricati rurali disponibili per affitto e concessione che i proprietari vogliono destinare a iniziative aziendali prioritariamente realizzate da giovani under 40, caratterizzate da attenzione all’innovazione, alla qualità, alla tutela della tipicità e alla sostenibilità.” Così il Vice- Presidente della Commissione Politiche Economiche Mirco Bagnari, “La tutela della centralità che la filiera agroalimentare ricopre all’interno dell’economia regionale significa rispondere alle nuove sfide che dobbiamo affrontare, tra cui l’accesso alla terra da parte delle giovani generazioni - un tema ripreso anche nel Patto per il Lavoro della Regione Emilia-Romagna - e il recupero di terreni abbandonati soprattutto nelle aree rurali e montane per tutelare i beni comuni e prevenire dissesti idrogeologici.”

Il progetto di legge d’iniziativa del Gruppo consiliare del Partito Democratico prevede la costituzione di una banca dati online, accessibile a tutti tramite internet, nella quale troveranno spazio terreni agricoli, agroforestali, fabbricati rurali e aziende agricole di proprietà pubblica e privata disponibili per affitto o concessione. Rientrano negli ambiti della Banca della Terra anche i terreni abbandonati e incolti, al fine di perseguire in modo efficace il recupero di suolo produttivo, di limitare gli incendi e gli squilibri idrogeologici legati all’incuria e all’abbandono. È previsto anche l’inserimento dei beni agricoli sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, per favorirne una rapida assegnazione che li riporti a veicolo di valore economico e sociale per la collettività, evitandone il deterioramento e promuovendo una gestione attiva.

La dimensione regionale della banca dati consente di aumentare la visibilità dell’offerta di terreni, aziende e fabbricati, superando le limitazioni attuali, legate a barriere geografiche e frammentarietà. Contemporaneamente, attraverso i criteri di priorità legati all’assegnazione (per esempio età inferiore ai 40 anni del richiedente, l’essere imprenditore agricolo, in forma singola o associata, la previsione, nel piano di sviluppo aziendale, dell’impiego di modelli di agricoltura biologica e sostenibile) è possibile supportare un ricambio nelle conduzioni sempre più rispondente agli obiettivi di qualità e sostenibilità.

“Giovani e lavoro sono le parole chiave di questo progetto di legge, che vede protagonista il mondo agricolo. – conclude Bagnari - Agricoltura, in Emilia-Romagna, significa economia, occupazione e sostenibilità: con questo progetto di legge vogliamo rilanciare il lavoro in questo settore strategico e al contempo recuperare terreni e immobili abbandonati o improduttivi per farli diventare fonte di reddito e di sviluppo.”